Sono tornata da un meraviglioso viaggio nel NOA, il nord-ovest dell’Argentina, ed è il posto più bello che io abbia mai visto. Sì, anche più bello delle famose cascate di Iguazú che sono la meta turistica n.2 dopo Buenos Aires. Il NOA è l’angolo di Argentina che confina più a ovest con il Perù e a nord con la Bolivia. È un’area dove si passa dalla selva al deserto a 4000 metri, un’area popolata anticamente da popoli precolombiani già centaia di anni prima di Cristo, dove i lama pascolano ancora tranquilli su pendici incolte e la gente vive in case mattoni e fango. In epoca coloniale è diventata zona dedita alla coltivazione della canna da zucchero e del tabacco, senza mai distribuire la ricchezza a tutta la popolazione. Anche oggi, lo stridente contrasto tra ricchi e poveri è evidente e spero di non abituarmi mai a questa cosa. Il NOA è diventato una meta turistica solo da una quindicina d’anni e per questo è un posto ancora genuino. Il NOA è grande, ma grande davvero, e per vederlo ci vuole tempo perché le distanze sono grandi e ve le farete in furgone o in pick-up, a botte di 300 km. A 2000 o 4000 metri. Però vale la pena di andarci. La varietà dei paesaggi è impressionante: mi sono sorpresa quanti panorami diversi possano corrispondere alla parola “montagna”, per me che la montagna è il Monte Rosa con la neve e più sali più fa freddo e stop.
È impossibile scegliere una foto per questo post che descriva tutto il viaggio, ci vorrebbe un collage! Ho fatto così tante foto che ho dovuto disinstallare le applicazioni dal cellulare per farcele stare tutte. La mia vacanza è durata 7 giorni, un pacchetto esteso comprato presso un’agenzia di viaggi a Buenos Aires. Prezzo per persona circa €650, comprensivo di volo aereo A/R, trasferimenti, pernottamenti, escursioni. A parte, €150 di cibo e €100 di entrate e souvenir. Prezzo per i locali. Potete girare da soli se avete il tempo e se riuscite a riempire un’auto, altrimenti vi conviene aggregarvi a un’escursione guidata in giornata che potrete comprare in loco (spagnolo/inglese). Questo viaggio mi è piaciuto così tanto che vorrei trovare il tempo per descriverlo tappa per tappa, per cui comincio con il delineare il percorso:
- 1° giorno: Buenos Aires > Tucumán
- 2° giorno: Tucuman > Cafayate
- 3° giorno: Cafayate > Salta
- 4° giorno: Salta
- 5° giorno: Salta > Jujuy (passando per Purmamarca, Salinas Grandes e Tren a Las Nubes)
- 6° giorno: Jujuy > Salta (passando per la Quebrada de Humauaca)
- 7° giorno: Salta (gita a Iruya in giornata)
- 8° giorno: Salta (gita a Cachi in giornata passando per la Cuesta del Obispo e il Parque Nacional Los Cardones) > Buenos Aires
Alcune tappe sono evitabili per il turista straniero, ma vengono incluse per i locali per via della loro importanza per la storia dell’Argentina: Tucumán, dove fu proclamata l’indipendenza della colonia Argentina dalla Spagna e Jujuy, capoluogo dell’omonima provincia, città distrutta un paio di volte dai terremoti. Chissà perché io ero sempre stata convinta che la storia dell’Argentina si fosse combattuta da Buenos Aires verso l’interno, invece è stato il contrario: dal Perù verso Buenos Aires per sterminare gli Inca lungo il camino inca. Il NOA è anche considerato la culla della cucina argentina, e devo dire che ho mangiato bene: molti piatti si trovano ormai in tutto il paese (empanadas e locro), ma qui li fanno con ingredienti migliori. Alcuni piatti sono invece ancora specialità locali, come la carne di lama e il mote (mais cotto). Mi aspettavo molto da questo viaggio e non sono rimasta delusa! Natura e cultura, e buona cucina. Una combinazione destinata a fare colpo su di me!
Partiamo insieme con la prima tappa: Tucumán!
Essendo un viaggio organizzato, ho avuto anche l’occasione per stare a stretto contatto con quelli che sono ormai i miei connazionali, seguirà post con considerazioni socio-antropologiche (sfogo).
Che meraviglia! Spero di avere la possibilità di visitare anch’io questi posti un giorno. Il Sud America mi manca come meta!
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Un viaggio meraviglioso quello al NOA: sono passati quasi tre anni ma ricordo ancora distintamente colori, odori, sapori. Nostalgia canalla!
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È una delle zone dell’Argentina più sottovalutate dai turisti stranieri, che hanno il mito della Patagonia. Ma per un europeo è più raro ed esotico il paesaggio del NOA che quello dei pini e dei laghi del sud, non trovi?
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Ti dirò di più: noi siamo stati al NOA per una ventina di giorni e abbiamo incontrato solo un’italiana, una ragazza che per amore era rimasta a vivere a Purmamarca (chiamala scema! 🙂 ). Gli italiani in generale ignorano completamente questa zona dell’Argentina perché pensano che ci siano solo Buenos Aires e la Patagonia. Ad ogni modo, ho appena scoperto il tuo blog e adesso me lo spulcio per bene!
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Un’italiana che vive nel NOA per amore di un purmamarqueño è davvero una scoperta. Dovrebbe avere un blog!! Dopo che siamo stati a Purmamarca abbiamo pensato di trasferirci lì, almeno per una stagione.
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Se non ricordo male era arrivata in Argentina per lavorare come volontaria nella zona di Misiones e poi era arrivata al NOA…e ci si era fermata! Noi invece avremmo voluto fermarci a Tilcara, che (insieme ad Iruya) ci ha conquistati fin dal primo momento!
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Siete stati a Cafayate? A me era sembrato un buon compromesso tra vita di paese e ambiente un po’ variato grazie al turismo
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Sì, molto carina Cafayate! Per noi è stata anche la prima esperienza con Couchsurfing quindi abbiamo avuto la possibilità di vivercela quasi come i locali 🙂
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