La quebrada di Humahuaca è la principale attrazione del NOA: si tratta di una stretta valle attorno al Río Grande (praticamente a secco in inverno, durante la mia visita) abitata da 10.000 anni. È una tappa fondamentale di ogni viaggio nel NOA poiché da pochi anni è stata proclamata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Associa pittoresche montagne di tanti colori e piccoli villaggi ancora illibati dal tempo.
Le soste più comuni sono:
- Maimará – La Paleta del Pintor è la sua attrazione principale, si tratta della montagna colorata alle sue spalle, che appunto pare una palette di colori. Non siamo scesi nel paese, per cui non dirvi altro. È abitata dai Quechua.
- Tilcara e Pucará de Tilcara – Paesino con annesso sito archeologico scoperto negli anni ’50 e restaurato, dove è presente una piramide per commemorare gli archeologi che hanno curato i lavori. Nel museo archeologico in paese c’è una ampia raccolta di ritrovati pre-ispanici e pre-incaici, ma senza didascalie utili. In passato era esposta anche una mummia bambina, ma è stata rimossa dietro protesta della popolazione locale.
- Huacalera e il Tropico del Capricorno – Paesino vicino al Tropico del Capricorno, foto di rito e via!
- Uquía – Nella chiesa del paese sono esposti i quattro quadri degli arcangeli armati (Angeles Arcabuceros): in Europa avevano le trombe, in Argentina li hanno scambiati per fucili. Scherzo! O forse no, perché non è ben chiara la storia dietro agli arcangeli armati, e questa è una delle ipotesi.
- Humahuaca – Era una delle città più importanti dell’Alto Perù e ora ha circa 11.000 abitanti. La città è un po’ spoglia e a parte il monumento al Indio e tre vie in croce, non è una tappa che richiede molto tempo. Secondo la nostra guida è un posto dove comprare souvenir a buon prezzo, e c’è anche qualche posto che vende rigorosamente prodotti artigianali (oltre alla solita paccottaglia industriale). Nella piazza principale c’è la lunga salita al monumento al Indio.
È l’unica tappa dove abbiamo incontrato i bambini chiedere l’elemosina. La nostra guida del tour operator ci ha spiegato che loro preferiscono pagare un adulto del luogo che faccia da cicerone per insegnare loro a guadagnare lavorando e non chiedendo l’elemosina. Il nostro cicerone locale sembrava molto annoiato dal suo lavoro, ripetendo a memoria tutta la storia come se fosse una cantilena. Quando però dopo gli abbiamo parlato di musica si è illuminato e ha ripreso vita quando ha suonato il charango (sorta di ukulele fatto con la carcassa di un armadillo, che è peloso!).
Mi ha messo molta tristezza vedere come lo strascico della colonizzazione sia ancora vivo e sentito dopo 500 anni.
Durante la festa della Pachamama (coincide con il Carnevale, in un mix pagano alquanto originale), i ragazzi e le ragazze non sposate si infilano sull’orecchio un rametto di basilico e il primo scapolo che vedono uscendo di casa, ci devono andare a ballare, anche se non gli piace!
Trascorro la notte a Salta.
Bellissimo e impressionante i monti sembrano quasi dipinti.
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Non ho mai visto un posto più bello, per me il NOA batte le cascate di Iguazú!
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