Sei uno sfigato se vuoi fare il musicista, se ti credi un artista, se non progetti il futuro a 30 anni, se non sai cosa ti porta domani.
Sei uno sfigato se lavori con le parole: a parlare siamo bravi tutti, il tuo è solo rumore.
Sei uno sfigato se lavori da casa, perché il lavoro non si fa con il cervello ma passando al casello, timbrando il cartellino e facendo quattro settimane di ferie all’anno, contributi versati e dopo le 17 saluti e baci.
Sei uno sfigato se devi continuamente stare all’erta e reinventarti anziché pensare a come tirarla in lungo fino alla pensione, per fregare il sistema prima che sia il tempo a fregare te.
Sei uno sfigato se non credi nel six sigma, nell’efficientamento, nelle parole inesistenti che fanno figo – dovresti usarle, essere proattivo, vedrai come impattano.
Sei uno sfigato se credi di fare soldi stando dietro a un computer da casa, però se stessi seduto dietro a un computer in banca saresti un figo, un arrivato. Ci hai mai pensato?
Sei uno sfigato se pensi che ti debbano parlare per regalare emozioni, con i tuoi disegni, i tuoi cartelloni, i tuoi slogan o i tuoi jingle o le tue traduzioni. Solo l’acciaio si paga in soldoni, il resto son tutte eversioni.
Caro freelancer, ti senti liberato ma in realtà 6 1 sfigato!
Cavolo, non mi ero mai accorta di quanto sono sfigata allora… 😄😄😄
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Benvenuta nel club! 😀
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Grazie 😉
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L’ha ribloggato su Mamma con la valigiae ha commentato:
Ribloggo questo articolo perché credo che in molti ci siamo trovati di fronte a frasi del genere… 😊😊
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Ma che bello, trovo solo ora questo post di qualche settimana fa, giusto per inaugurare la mia prima settimana da freelance!
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Allora benvenuta nel club! In cosa ti lanci?
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Grazie! Mi occupo di customer service multilingue e scrittura per il web. Tu?
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