Pizza?!

Gli argentini adorano la pizza, probabilmente molto più degli italiani: è economica, sfama una famiglia, te la recapitano a domicilio, la puoi comprare in giro a porzione, congelata, semi-pronta. Insomma, risponde benissimo alle esigenze del pubblico locale.

Ma la pizza argentina non ha niente a che vedere con la pizza italiana, santo cielo! Questo è il concetto più difficile da inculcare a un argentino, che è convinto che la pizza che si trova a Buenos Aires esprima alla perfezione l’italianità.

Differenze:

  • In Italia la pizza pesa tra i 120 e i 150 g, condimenti inclusi. In Argentina pesa il doppio solo la base.
  • La pizza italiana richiede una quantità minima di lievito fresco (3 grammi per 1 kg) mentre qui richiede 25 g o più per kg.
  • Nel Bel Paese il pomodoro è il re della pizza, in Argentina è sommerso dagli altri ingredienti e neanche si sente. Peggio ancora, spesso la salsa di pomodoro è agliata e condita con spezie secche miste (adobo para pizza).
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L’adobo para pizza è un mix di spezie secche: aglio, peperone, alloro, peperone, paprika e prezzemolo
  • La mozzarella argentina è tipo il Galbanino italiano, molto salata, fusa, e usata in quantità esagerate. La pizza si presenta praticamente bianca con sopra i condimenti, anziché rossa come in Italia.
  • La pizza argentina per antonomasia è in teglia. Se invece volete la pizza cotta nel forno di mattoni come in Italia dovete cercare un posto dove facciano la pizza a la piedra. Esiste anche la pizza a la parrilla (la pizza cotta sulla griglia), visto che qui la griglia è sempre accesa!
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La pizza a la parrilla: di forma allungata è una base cotta per metà, girata e condita. Richiede una pala in legno rettangolare apposita
  • Se volete prepararvi la pizza a casa, in giro vendono le basi già pronte, cotte e condite con pomodoro. Si chiamano pre pizza e le trovate in pizzeria, panetteria e al supermercato.
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Pre pizza
  • In Italia, ogni commensale ordina e consuma la propria pizza. In Argentina, siccome le pizze sono molto più abbondanti che in Italia si condividono sempre (pizza para compartir) oppure ciascuno si prende le porzioni separate. Una pizza intera, di diametro leggermente inferiore a una pizza romana classica, sfama 4 persone. Ed è frequente ordinare una pizza che sia metà di un tipo e metà di un altro.
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Una classica pizza in teglia metà e metà.
  • In Argentina, se si avanza la pizza, si può chiedere di portare i resti a casa. Si scalda e si mangia il giorno dopo. In Italia, non esiste proprio!
  • La pizza margherita si chiama semplicemente muzzarela. Non chiedete “una margherita” perché vi guarderanno come pazzi o penseranno che chiediate un margarita per ubriacarvi.
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Il menù delle pizze di Guerrin, una pizzeria storica di Buenos Aires
  • In Argentina fanno solo una decina di tipi di pizza, spesso varianti della stessa base (con peperoni, con peperoni e prosciutto, con peperoni, prosciutto e uovo; con pomodoro a fette e origano e olive; con cuori di palma; con mozzarella, origano e olive, con salsiccia piccante, con roquefort). In Italia il menù delle pizze contiene almeno 20 tipi e si può chiedere di aggiungere e togliere vari ingredienti.
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Un classico: mezza pizza, mezza fugazzeta
  • In Argentina se gli dite che esiste una pizza con le verdure grigliate, o con i frutti di mare, vi dicono “oddio che schifo ma che roba è?!“.
  • A Buenos Aires è impossibile bere un caffè in piedi al bar perché non esiste il bancone, ma è comunissimo mangiarsi una porzione di pizza in piedi (pizza al paso).
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Porzioni di pizza al bancone
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Il servizio per porzione, da notare le porzioni di fainá in alto.
  • Oltre alla pizza, a Buenos Aires è un classico anche mangiare la fugazza, la fugazzeta e la fugazzeta rellena. Come avrete indovinato, la base è la focaccia, ma il risultato non somiglia a nulla che abbiate mai incontrato in Italia. La fugazza è una base di pizza ricoperta di cipolle, spezie e formaggio grattuggiato. La fugazzeta è come la fugazza, ma con in più la mozzarella. La fugazzeta rellena è una base di pizza coperta di mozzarella e a volte anche prosciutto e ricoperta a sua volta da una fugazza (cioè un’altra base di pizza, cipolle e spezie).
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Fugazzeta rellena: tutta muzzarela filante e cipolle.
  • A Buenos Aires è tipico mangiare una porzione di muzza con una fetta di fainá (la farinata genovese)… proprio sopra!
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Altro classico: due porzioni di muzzarela, di cui una con la fainá sopra e un chopp (pinta di birra)
  • A Buenos Aires da quattro anni, a inizio settembre si tiene la Maratona della pizza: cercate l’hashtag #Muza5k. Consiste nel pagare un fisso di circa €15 che dà diritto a una porzione di muzzarela in 8 pizzerie selezionate. I partecipanti (circa 400, divisi in 4 gruppi) devono recarsi in tutte le pizzerie aderenti nello stesso giorno e votare il vincitore nelle categorie: migliore pizza di mozzarella, migliore attenzione al cliente, migliore ambiente per la famiglia, migliore pizzeria per andare con amici, migliore pizzeria per una cena romantica (?) e migliore pizza da mangiare a mezzanotte (!!). Per info.
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Foto di gruppo della Maratona della Pizza 2015

16 pensieri su “Pizza?!

    1. Se ne parla molto anche qui. Però ho letto un commento di una signora che c’era e che ha detto che c’erano più delfini spiaggiati e già morti con lesioni causate dalle reti da pesca. Ugualmente non mi ci farei un selfie, lo trovo da dementi.

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  1. Spettacolo!! Quoto al 110% la scelta della doggy bag per portarsela a casa, anche in Cina noi non avevamo problemi a chiedere di portare via le cose. Ma anche in Italia, adesso, se avanziamo, non ci facciamo più nessun problema.
    Adoro leggere le usanze culinarie e che meraviglia le foto dei vari tipi di pizza e fugazza!

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    1. Mia mamma mi ha scritto inorridita che qualcuno aveva chiesto al cameriere di fargli su gli avanzi e il cameriere si è rifiutato dicendo che “non avevano tempo anche per quello”. Era inorridita per la richiesta, non per la risposta del cameriere. Non sono riuscita a farle capire che è un tratto tipico italiano dei finti signori di provincia fare quelli “che non gli manca niente” e che possono abusare e sfruttare tutto. Non sopporto che si butti il cibo!

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      1. Concordo al 100%. E non mi interessa se qualcuno pensa che sia un poveraccio, preferisco essere solidale (seppur in maniera indiretta) con chi quel cibo lo mangerebbe volentieri al posto mio.
        Idem per le bottiglie di vino stappate.

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  2. In primo luogo, scusate la mia povera padronanza della lingua italiana, ma spero che sia sufficiente lasciare il mio commento chiaro.
    L’evoluzione è una costante e la pizza non fa eccezione. Ho provato la pizza in USA, Italia, Spagna, Francia e in quasi tutti i paesi dell’America Latina, tra cui, naturalmente, Argentina. Posso dire senza falsa modestia che mi considero un esperto di mangiare la pizza, beh, sono un panettiere amatoriale. Quindi posso dire senza spostare i capelli che la migliore pizza che conosco sia fatta in Argentina. Meglio, e mi scuso amici italiani, che si fa a Napoli o Roma.
    È che la “massa media” denominata ha lo spessore e la giusta struttura che permette di sentire il sapore della massa. La salsa di pomodoro, non è abbondante, è vero, ma la sostituzione può essere trovato in alcune varietà, generosi quantitativi di pomodori freschi. E la mozzarella … ahhh, la mozzarella! Con quel sapore incomparabile, leggermente salato e di proporzioni abbondanti come quelle di quel carattere indimenticabile di Amarcord … Hmm! si scioglie in bocca, fino a quando l’ultima, sottile e squisita stringa di formaggio scompare tra le labbra fredde del commensale. Pizza Argentina: come Fellini, De Sica, Gassman, Sophia Loren e Mina merita di essere un classico italiano. Grazie mille.

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    1. Grazie per l’intervento molto educato. Anche io ero solita panificare in casa in Italia. Qui in Argentina non trovo una farina abbastanza forte per fare la massa della pizza all’italiana (quella con una buona gabbia di glutine), riesco solo a fare l’impasto da pizza argentina. Mi garantiscono che nell’interior del paese ci sono buone farine, ma qui in Capital non le trovo. Della pizza argentina non mi piace la scarsa digeribilità (ci mettono molto lievito e un sacco di formaggio salato) e la scarsità di gusti (sempre le solite 5 pizze!). Mi piacerebbe poter trovare più versioni di pizza anziché solo quella Argentina. Il critico gastronomico Pietro Sorba, qui molto famoso, ha spiegato che la pizza qui l’hanno sempre fatta gli immigrati spagnoli e gli hanno messo nomi italiani (calabresa, napolitana, ecc.) come omaggio agli italiani, ma senza riflettere le pizze italiane. Mi sembra l’episodio fosse questo: https://www.youtube.com/watch?v=mntEE8dl93E

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      1. Grazie per la tua risposta, altrettanto cortese e per l’articolo che raccomandi. Dopo il nostro breve dialogo scopriamo che, nonostante le differenze nei gusti e nelle farine, la pizza è e sarà uno dei più importanti reperti gastronomici di tutti i tempi. Grazie ancora.

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      2. La pizza ha il grande vantaggio di sfamare con pochi soldi, credo sia questo il segreto della sua popolarità in tutto il mondo! In Italia è considerato un cibo salutare, invece all’estero è il contrario. Credo che la pizza italiana sia la più semplice, per questo è più “sana” (almeno a detta degli italiani). Anche la pizza italiana, comunque, può essere difficile da digerire se si abusa del lievito e del sale. Una delle cose più odiose è mangiarsi una pizza e poi dormire male perché ci si gonfia come palloni o ci si sveglia a metà della notte per bere!

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