Mi sorprende ancora dopo anni la quantità di giorni festivi in questo Paese. L’anno scorso avevo trovato un calendario *.cal da caricare sul cellulare in modo da avere un elenco delle festività locali e di potermi preparare in anticipo. Ci sono settimane che tutto sembra normale, poi un giorno esci di casa in piena settimana e ti ritrovi a camminare per le strade deserte, come qualche venerdì fa. Ho pensato fosse scoppiata le guerra civile e ho avuto paura. Invece era semplicemente il Día Nacional de la Memoria por la Verdad y la Justicia, ossia la giornata in cui si ricordano i desaparecidos. Che ignorante!
In mia difesa posso almeno contare sul fatto che qui i giorni festivi sono mobili, ossia si agganciano al fine settimana, e a seconda del calendario possono cadere un anno in una settimana e un anno nell’altra, per cui non è come dire “Ah, è il 2 giugno, quindi è festa!”. No, uno deve pensare “Di che giorno cade il 2 giugno quest’anno? Di martedì? Allora quest’anno si sta a casa il 1 giugno”. Abbastanza complicato.
Per quanto cattolico, questo Paese funziona su un calendario prettamente civile. Ad esempio il giorno 26 dicembre, Santo Stefano, non è festivo e neppure il 6 gennaio (Epifania). Anche Pasquetta non si festeggia. Mentalmente stavo pensando di scrivere un post intitolato “Ma lo sapete che la Pasqua non è poi così importante in Argentina?” ma per foruna non ho avuto tempo perché ieri mattina sono uscita di casa e ho avuto un deja vù: metà dei negozi chiusi, pochi treni, traffico da sabato mattina. Era giovedì santo. Cui segue venerdì santo. Poi, ovviamente, c’è il sabato e infine si arriva a domenica, Pasqua. QUATTRO GIORNI festivi per Pasqua. Roba che neanche a Natale…
La rosca
Dunque cosa si fa a Pasqua in Argentina? Si mangia la rosca de Pascua, ossia questa ciambella con canditi e glassa sopra. È un dolce di origine galiziana.
Io, che non l’avevo mai mangiata, stamattina sono andata in panetteria decisa a comprarla. Arrivo e la commessa mi dice “Vuoi quella tradizionale o quella con cioccolato e dulce de leche?!“.
Già sapete la risposta.
Empanadas de vigilia
Gli argentini non amano/sanno cucinare, già lo sapete, e non fanno eccezione di certo per Pasqua. Si sono inventati questa cosa delle empanadas de vigilia, ossia le empanadas con i ripieni a base di pesce (polipo, merluzzo, sgombro, tonno), più le solite con le verdure, ‘che nella settimana Santa non bisognerebbe mangiare carne. Le panetterie sfoggiano lavagnette e cartelli che invitano a prenotarle con anticipo: con soli 4 giorni di ferie volete mica che si mettano pure a sfornellare!
Uova di cioccolato
Come in Italia, ma (molto) più care e con un cioccolato di qualità molto scarsa.
L’anno scorso ho fatto la pastiera. Non a Pasqua, giacché non ho trovato il grano se non dopo diverse settimane, ho dovuto trovare il coraggio di mettermi lì a farla e cercare in vano l’aroma di fiori d’arancio, che è un affare complicato la pastiera, più tre giorni d’ammollo per il grano, mezza giornata per farla e il riposo di almeno un giorno (in realtà andrebbe fatta riposare di più ma come si fa?!). Insomma, ho fatto la pastiera per la Pentecoste, praticamente. Almeno è piaciuta.
La rosca in versione argentina…mammamia! La versione tradizionale non mi piace tanto, troppo “blanda”, viva le farciture di dulce de leche! 🙂
E buona Pasqua 😉
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Non oso andare a cercare come è la versione tradizionale, sapendo quanto stravolgono le ricette qui. Questa qui farcita di dulce de leche e coperta di cioccolato mi è sembrata fritta, come un grande bombolone/ciambella. Eppure la Rosca tradizionale non mi era sembrato un dolce fritto. Devo ancora provarla!
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Ah una specie di rosca-donut 😀
Quella catalana è cotta al forno, ma sicuramente ci sono varianti inaspettate…
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Credo che la versione “tradizionale” vendita qui sia anch’essa cotta al forno. Mi toccherà aspettare la prossima Pasqua per saperlo con certezza!
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La rosca… Vista dalla foto credo vada mandata giù con un’abbondante dose di limoncello (o di idraulico liquido). La capacità argentina di stravolgere (e assassinare) le versioni originali delle ricette è quasi commovente. Che poi alla fine non è che siano cattive. È che sono proprio un’altra cosa.
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Dici l’originale o la versione che ho comprato? Potrebbe riferirsi benissimo a tutte e due 😉
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Infatti mi riferivo ad entrambe. 😀
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Il giovedi santo me l’ero perso..
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