In Argentina usiamo lo stesso sistema elettrico italiano a 220 V e 50 Hz, ma sarebbe stato troppo comodo avere anche la stessa presa elettrica.

La cosa più strana, però, è che in tutto il Cono Sud solo noi e l’Uruguay abbiamo quella che l’IEC indica come di tipo I. Nel resto del mondo, ce l’hanno anche la Cina, l’Australia e la Nuova Zelanda e varie isolette del Pacifico attorno ad esse; Paesi non proprio qui vicino. Se conoscete un libro che illustri la storia dietro a tutte queste varianti e del perché paesi così lontani abbiano le stesse prese, fate un’opera pia e segnalatemelo (o regalatemelo!).
Quindi, per venire in Argentina serve munirsi di adattatore (ma non di trasformatore) oppure si può andare in una ferramenta e comprare un adattatore-triplicatore illegale (alcune combinazioni non forniscono il contatto alla terra), facendo attenzione alla larghezza dei buchi per le spine a due poli se avete una presa schuko da infilarci, giacché ne esistono di due tipi: con il fori piccoli della classica spina bipolare italiana e con i fori grandi per la spina schuko, quella che in Italia chiamiamo anche “tedesca”.
A proposito, esistono anche adattatori legali ma costano di più e offrono meno compatibilità; quelli illegali si vendono anche nei negozi “legittimi” e sono ubique (le vendono pure per strada). Che strano paese!

Vi riporto una bella infografica apparsa oggi su La Nación che ci fa capire chi sono i nostri fratelli di spina nel mondo. Antipaticissimi quelli che condividono la presa solo con un altro paese (Svizzera, Israele, Brasile, India, Nepal) o addirittura con nessuno (Cile). Se mai farò la miss, esprimerò come desiderio l’uniformità delle prese elettriche anziché la pace nel mondo.
In Argentina sono inoltre abbastanza diffuse le prese elettriche doppie che accettano sia le spine di tipo I (argentine) che le spine di tipo C (italiane a due poli, quelle “sottili” tipo del phon per intenderci).