Felici al plurale

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¡Felices Pascuas!

Ma… come pascuas, al plurale?! Gli ispanofoni usano il plurale per dare enfasi ai loro auguri.

Buenos días Buenas tardes Buenas noches sono tutte formule di saluto che sono al plurale, anche se ovviamente si augura “buon giorno” in riferimento solo a questo giorno in particolare. Pare che questa particolarità, che esiste solo nello spagnolo tra tutte le lingue romanze, non abbia una spiegazione chiara. Gli studiosi ipotizzano che si tratti di ciò che resta di una formula di saluto ben più lunga.

Si utilizza anche muchas gracias, che suona come l’italiano molte grazie. E per chiedere l’ora possiamo utilizzare sia ¿qué hora es? (che ora è) o, specie in America,  ¿qué horas son? (che ore sono?) , ma queste formule sono un retaggio del latino e infatti le vediamo anche nell’italiano.

Nel caso di pascuas, la storia si infittisce: in spagnolo si chiamano pascuas sia le feste di dicembre sia la festa della resurrezione: pascua de resurrección (pasqua), pascua de Navidad (natale), poiché, secondo la DRAE, la parola indica:

Cada una de las solemnidades del nacimiento de Cristo, del reconocimiento y adoración de los Reyes Magos y de la venida del Espíritu Santo sobre el colegio apostólico

È  quindi normale augurare Felices Pascuas a dicembre, in modo da considerare più festività religiose. Diverso è il caso della Pasqua di marzo/aprile, che è una sola e che dovrebbe quindi dirsi al singolare.
Dato che il mondo è bello perché è vario, in Spagna dicono Felices Pascuas a dicembre, mentre in Argentina si usa dire solo Feliz Navidad. E quando arriva la resurrezione, in Argentina diciamo (erroneamente) Felices Pascuas, mentre in Spagna tagliano la testa al toro e non dicono niente.

La parola “pasqua” ha origine ebraica, e il significato è di “passaggio”. Per i cristiani, il passaggio di Gesù al mondo a dicembre, per gli ebrei il passaggio alla libertà dalla schiavitù egiziana a metà marzo.

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Ma perché a un compleanno si augura Feliz cumpleaños dove l’aggettivo (feliz) è al singolare, mentre il sostantivo (cumpleaños) è al plurale? Perché la parola “cumpleaños” è un nome composto, e quindi la forma cumpleaños è sia un sostantivo singolare che plurale secondo le regole della grammatica spagnola (allo stesso modo di lavarropas, per intenderci: un lavarropas, dos lavarropas).

(Ve l’ho sempre detto che lo spagnolo è una lingua difficile!)

E per finire… perché anche Buenos Aires è al plurale?! Sempre per colpa degli spagnoli!

La città deve il suo nome alla Madonna di Bonaria (Cagliari), patrona dei naviganti, a cui Pedro de Mendoza volle rendere omaggio quando fondò la città Real de Nuestra Señora Santa María del Buen Ayre nel 1536.

Tuttavia, Buenos Aires fu fondata due volte (la seconda fondazione, in realtà, avvenne a poca distanza geografica dalla prima, ma per semplicità si conta come una rifondazione). Al secondo tentativo, nel 1580, lo spagnolo Pedro de Garay fondò la Ciudad de la Trinidad (la denominazione ufficiale in uso fino al 1996) ma chiamò il relativo porto Puerto de Santa María de los Buenos Ayres. Per qualche strano motivo, alla gente sono piaciute di più quelle ultime due parole.

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Riguardo la y o la i di Ayers / Aires, in spagnolo fino al secolo XVIII non c’erano regole condivise sulla scrittura, per questo incontrerete sia Ayres sia Aires nei documenti più antichi, mentre il nome attuale è con la i latina.

A costo di ripetermi… che lingua complicata!

 

 

8 pensieri su “Felici al plurale

  1. Ogni volta che leggo queste tue analisi mi fai venire un sacco di dubbi sullo spagnolo…ahaha, meno male che dai anche le risposte! 😉
    [ma che bella questa cosa di Buenos Aires dalla Madonna di Bonaria a Cagliari, pensa tu le coincidenze]

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    1. Pensavo giusto a te mentre leggevo questo dettaglio sardo sull’origine del nome Buenos Aires. Facendo le ricerche per scrivere i post imparo molte cose nuove, al punto che parlare con i locali (che queste cose, in generale, le ignorano) diventa abbastanza irritante… non credono alle informazioni che do io, perché sono l’ultima arrivata, ma neanche vanno a corroborare le loro. Per esempio, a me avevano detto che Buenos Aires si chiamasse così perché è ben ventilata, invece pare non c’entri proprio nulla.

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      1. Ho aggiunto un paragrafo riguardo “felices pascuas” perché la storia è ancora più complicata. Prova a vedere se ci ho preso… dai forum online sembra che in spagna non augurino un bel niente! è vero?

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      2. Bella domanda. Ora che mi ci fai pensare non ho mai sentito nessuno augurare Felices Pascuas qui a Barcellona. Al massimo feliz Semana Santa, indicando i giorni di vacanza che ci godiamo per calendario in questi giorni. Ma i catalani sono generalmente anti-clericali – ehehe – quindi potrebbero non far testo, e magari in zone più religiose della Spagna si usa qualche espressione di augurio anche per la Pasqua di resurrezione.

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  2. Ecco, ti confermo che nessuno se li fila gli auguri di buona Pasqua, qui 🙂
    Sono appena tornata da un giro di negozi del quartiere (macellaio, panettiere, verduraio…) e il massimo che ho racimolato è stato un ”buon weekend”! 😀

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