Ei fu

Due settimane fa, mi arriva un SMS dall’amato coniuge dicendo che qualcuno voleva sfondare la porta di un appartamento del primo piano del nostro edificio. Lo scrisse in tono scherzoso (o almeno a me così è parso). Io stavo uscendo da un corso e non ci ho prestato molta importanza, ma pochi minuti dopo mi arriva un altro messaggio dicendo che era arrivata la Polizia. Che aveva chiamato i Pompieri. Che avevano chiamato l’Ambulanza.

Quando sono arrivata a casa, in effetti fuori c’erano tutti, polizia, pompieri e paramedici. E pure i vicini, in tuta e ciabatte, in corridoio, che borbottavano. La porta era stata sfondata dai pompieri su ordine della polizia, e dietro la porta c’era un uomo. Morto.

Dai vicini, che origliavano quel che dicevano polizia e paramedici, si è saputo che era l’americano che viveva da qualche mese in uno degli appartamenti in affitto turistico. Lo avevo incrociato qualche volta a novembre, avevo scoperto il suo nome dopo che aveva lasciato un cartellino sul citofono per il corriere FedEx: Nick. Non ci ho mai scambiato più di un Hi, poi tramutato in Hola quando mi ha chiesto di dove fossi. Io non capivo di dove fosse lui. E mi faceva un po’ paura perché sembrava un pirata sotto steroidi, a essere onesti.

Invece il tipo voleva solo attaccare bottone. Risulta che voleva vivere qui ma non parlava spagnolo, per cui l’avevano licenziato dal lavoro ed era a casa a studiare la lingua prendendo ripetizioni private. I momenti di non occupazione sono un pericolo, lo so bene. Per me personalmente un attirasfighe/beghe di ogni sorta, e la testa divaga dove non dovrebbe divagare.

Anche il nostro amico Nick aveva deciso di tenersi impegnato approfittando del periodo forzato a casa, facendosi un ritocchino. Era un culturista, ma oltre a due polpacci come due palle da calcio, voleva anche un six-pack (tartaruga). Per cui aveva pensato di prendere due piccioni con una fava: stava in un posto dove le chirurgie estetiche costano poco e non aveva niente da fare. E quindi si è fatto fare un’addominoplastica.

Che è andata male, secondo quel che abbiamo ricostruito dopo dalla fidanzata disperata e dall’insegnante di spagnolo che erano venute a cercarlo, e gli causava dolori. Aveva deciso di curarsi da sé portandosi farmaci (sostanze?) dagli Stati Uniti. Non riuscendoci, si sottopose a un altro intervento per rimediare, ma andò ancora peggio e il dolore era ancora più forte. Così forte che gli toglieva il sonno la notte. E niente, ha mischiato quel che non doveva mischiare e si è ammazzato per sbaglio.

La polizia ha messo sotto sequestro l’appartamento e abbiamo un piantone 24/7 da quindici giorni.

A me tutta la vicenda ha messo una tristezza e un’angoscia indescrivibili. Che brutto morire da soli, in un paese alieno per lingua e costumi. Lui voleva solo essere felice. Pensava che la felicità arrivasse con il six pack, o almeno con gli antidolorifici. Invece è finito sottoterra. Una prece.

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