Lo spagnolo d’Argentina

Lo spagnolo d’Argentina è pur sempre castigliano, ma la pronuncia è differente e anche alcune parole non sono le stesse attualmente utilizzate nel castigliano di Spagna.

Va però precisato che di solito quando si parla dello spagnolo d’Argentina ci si riferisce nello specifico al castellano rioplatense, cioè quello della zona del Rio de la Plata, attorno a Buenos Aires e che include anche l’Uruguay, dove l’influenza dell’italiano spicca nel vocabolario, mentre nel resto del Paese questa influenza è assai minore.

E poi c’è il lunfardo, ma quello è un argot e ne parleremo più avanti. In questo post parlerò del castigliano rioplatense che si parla qui a Buenos Aires.

rioplatense

Nuovi suoni

I suoni dello spagnolo rioplatense sono pressoché identici a quelli dell’italiano, fatta eccezione per due suoni che in Italiano non abbiamo:

  • (1) il suono di Y (y griega) che può suonare come nella j francese di jardin o come la i italiana;
  • (1) il suono di LL che suona come la j francese di jardin;
  • (2) il suono della J (jota) è come unamolto dura che si ferma in gola;
  • (2) il suono della G che può essere come quello della jota davanti a I e ad E, oppure come la g dura di gatto in tutti gli altri casi (tra cui gn, che si pronuncia gh-n).

Se avete studiato tedesco, la J e la G vi verranno facili, altrimenti potete unirvi alle mie figure meschine: praticamente faccio una pausa a metà parola, o in alternativa scatarro sul mio interlocutore.

In fenomeno per cui sia Y e LL hanno lo stesso suono, si chiama yeísmo.

Ergo: Argentina si pronuncia ArHHHentina, magico si pronuncia MAHHHICO, soja si pronuncia SOHHHA, pollo si pronuncia POSGIO, calle si pronuncia CASGE, ecc. 

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Differente grafia, stesso suono nel castellano rioplatense

Nuove lettere

A parte questi nuovi suoni, l’alfabeto ha solo una lettera in più rispetto a quello italiano esteso, la Ñ (enie) che corrisponde al suono dolce italiano gn come in sogno. A volte, quando non è possibile scrivere la Ñ, come negli URL, si scrive NI (la porteña –> http://www.laportenia.com.ar). Ho notato che il ricorso al NI lo usano anche alcune persone che digitano su una tastiera straniera e non sanno come scrivere la Ñ. Non è una regola ma una preferenza personale: c’è chi semplicemente omette la tilde. Tuttavia vorrei sottolineare che la pronuncia corretta è quella dolce di gnocco e non quella dura in nipote.

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Nuovi simboli ortografici

Questa è facile, parliamo del segno interrogativo ed esclamativo rovesciato. Ciò che però è curioso, è che vengono posti ai lati della reggente, ma non delle eventuali subordinate. È comodo per capire quando cominciare effettivamente a leggere con intonazione interrogativa. Un esempio chiarirà il concetto.

Italiano: Ciao, come stai?     Spagnolo: Hola, ¿qué tal?

(notare che si mantiene la minuscola)

Nuova fonetica

Ovviamente, alcune combinazioni di lettere qui si leggono diversamente che in italiano:

  • QUI e QUE si leggono duri: chi e che
  • CHI e CHE si leggono dolci: ci e ce
  • CI e CE si leggono si e se (tale omofonia causa molti errori ortografici!)
  • GUI e GUE si leggono duri: ghi e ghe
  • GI e GE si leggono hhhi ed heee
  • GÜI e GÜE si leggono invece come in italiano: gui e gue (la dieresi fa la differenza)
  • LL si legge dolce come sh, come la j francese di jeunesse (nel resto dei paesi ispanici si legge gl come in foglia)
  • B e V sono quasi omofone, infatti spesso la gente si confonde nella scrittura
  • Y si legge come la j francese quando si trova tra due vocali o se segue una vocale; negli altri casi si legge i.

Per cui: yo si legge sgio (la y è seguita da vocale), Uruguay si legge come in italiano (la y è a fine parola), Yesica si legge Sgesica (la y è seguita vocale), yerba (la erba del mate) si legge sgerba, etc.

Le parole che più mi danno problemi sono joya (gioia, nel senso di gioiello) che si pronuncia HHHOSGIA, e hoja (foglio/foglia) che si pronuncia oHHHHa. Il rischio scatarro è altissimo.

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Nuova pronuncia

La R è poco pronunciata, a meno che non sia a inizio parola o doppia. La S è quasi muta in Argentina: la prima volta che ho sentito parlare una spagnola di Spagna sembrava di avere i sottotitoli, perché si sentivano finalmente tutte le S!

Le e sono mooooolto chiuse. Pensate al verso di un tacchino per avere un’idea.

Molte parole sono accentate diversamente che in italiano, ad esempio terapia/terápia, farmacia/farmácia, ecc. tanto per confondere le acque.

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Nuovi accenti

In spagnolo gli accenti si scrivono molto più spesso che in italiano, ma vi rimando alla pagina di Wikipedia per approfondire, perché non è un argomento scontato. L’unica agevolazione dello spagnolo è che tutti gli accenti sono acuti (á – é – í – ó – ú), per cui rivolti verso destra.

A complicare le cose c’è anche il fatto che in spagnolo usano l’accento grafico (tilde), cioè un accento che si scrive per distinguere l’uso che si fa della parola, ma che non si sente.

  • como/cómo, que/qué: in caso di esclamazioni o frasi interrogative vanno accentati, ad es. ¿Cómo se escribe esta palabra? ¿Qué pasa?  mentre in caso di frase affermativa vanno senza accento. Ad es.: el local que fue inaugurado… igual como ayer…

Analogamente, quando alcune parole sono usate come pronomi vogliono l’accento grafico. Esempi:

  • el/élel libro (articolo, senza accento) ma él (= lui) (pronome, con accento)
  • esto/ésto, eso/éso, aquel/aquél: esta palabra se usa… (aggettivo dimostrativo, senza accento) ma ésta me encanta (= questa cosa qui mi piace molto) (pronome, con accento)

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Verbi (con accenti) diversi

Tutti i corsi di spagnolo al mondo sono pensati per lo spagnolo standard, più vicino allo spagnolo di Spagna che a quello degli altri paesi ispanici. Inevitabilmente, quando uno studia per mesi quello spagnolo e poi arriva qui, si trova davanti una situazione abbastanza confusa.

La differenza più celebre dello spagnolo d’Argentina è l’uso del “vos” anziché del “tu”, fenomeno che prende il nome di voseo.

Qui si usano yo, vos, él/ella/usted, nosotros e ellos/ellas/ustedes. La 2° persona plurale (vosotros in Spagna) è sostituita da ustedes.

Di conseguenza, alcune forme verbali sono diverse, ovviamente il verbo ser (essere) è campione nella categoria, seguito da tener (tenere) e ir (andare).

  • Spagna: ¿De dónde eres?                   Argentina:¿De dónde sos?     [Di dove sei?]
  • Spagna: ¿Tienes miedo?                     Argentina: ¿Tenés miedo?     [Hai paura?]
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Altre volte si tratta solo di cambiare l’accento nella seconda persona singolare, che qui tende a essere sull’ultima sillaba, specialmente nell’indicativo presente e nell’imperativo presente.

  • Spagna:¿Me pasas la sal?                  Argentina:¿Me pasás la sal?           [Mi passi il sale?]
  • Spagna:¿Me mandas…?                     Argentina:¿Me mandás…?           [Mi mandi…?]
  • Spagna: Sabes que…                          ArgentinaSabés que…                 [Sai che…?]
  • Spagna: Pones el dinero…                 ArgentinaPonés el dinero…     [Metti i soldi…]
  • Spagna: ¡Gana hoy!                              Argentina: ¡Ganá hoy!                 [Vinci oggi!]
  • Spagna: ¡Disfruta!                                Argentina: ¡Disfrutá!                  [Divertiti!]

Tuttavia, se chiedete a un argentino vi diranno di parlare pure il vostro spagnolo di Spagna che tanto vi si capisce lo stesso – in fondo, è quello che studiano a scuola anche loro!

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Strane parole

Poi ci sono una serie di parole di uso comune che qui sono diverse e che non capiranno. Buona parte della frutta e della verdura rientra in questa categoria:

  • fresa (spa) – frutilla (arg) [fragola]
  • zapallito (spa) – zucchini (arg) [zucchina]
  • pimiento (spa) – morrón (arg) [peperone]
  • aguacate (spa) – palta (arg) [avocado]
  • judías (spa) – porotos (arg) [fagioli] altrove conosciuto in almeno 10 modi diversi
  • chancla (spa) – ojotas (arg) [infradito]
  • gafas (spa) – anteojos (arg) [occhiali]

Se invece volete imparare i modi di dire e le espressioni più comuni in porteño, vi consiglio questo libricino disponibile anche in formato digitale:

tapas speak porteño

Letture consigliate:


Immagine principale: El caminito, quartiere La Boca, Buenos Aires.

Immagini degli omofoni prese da Escuela en la nube


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10 pensieri su “Lo spagnolo d’Argentina

  1. Il morrón si chiama pimiento in Spagna e non pimienta, perché la pimienta è il pepe, in Spagna ed in Argentina.
    Il nome completo dell’ortaggio è pimiento morrón e ci si riferisce al peperone quadrato sia in Argentina sia in Spagna solo che per abbreviare in Spagna si preferisce usare pimiento, in Argentina morrón.

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    1. Ciao! Vorrei tanto imparare lo spagnolo argentino. Considera il mio livello è meno di principiante, ho fatto un esame tipo 8 anni fa all’università ma non ho mai approfondito. Sono NapoleTano e mi è venuta la curiosità e la voglia di impare lo spagnolo ma nella versione Argentina, mi piace il suono e lo sento più “vicino” a me. C’è un modo per farlo, libri o cose simili? Grazie!

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      1. Io non ho mai trovato (e a dire il vero neanche cercato) risorse specifiche per il castellano rioplatense. Ti consiglio di cercare su Google “aprender español rioplatense” o “aprender castellano rioplatense”. Se cerchi un tutor, ci sono molti posti online dove cercare tutor argentini. Per esempio, qui è molto popolare un sito che si chiama https://www.tusclases.com.ar/ ma credo che su tutti i siti per studiare/fare scambio di lingue puoi trovare tutor o compagni di studio dell’Argentina. Tra gli stranieri a Buenos Aires è molto popolare come insegnante di spagnolo Veronica Alvarez (https://www.facebook.com/profile.php?id=100009273507621) che dà anche lezioni online a studenti in tutto il mondo a prezzi abbordabilissimi. Oppure potresti cercare nei vari gruppi di argentini in Italia (tipo Argentinos en Napoles: https://www.facebook.com/argentinosennapoles/) se c’è qualcuno interessato a uno scambio, oppure partecipare a qualche attività con argentini.

        In effetti, io che conosco questo solo questo spagnolo (l’ho imparato qui), trovo terribilmente fastidioso lo spagnolo con la pronuncia marcata che hanno in Spagna, sembra di sentire le maracas suonare tutto il tempo, quando qui lo spagnolo ha il suono vellutato.

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  2. Hola, un par de correcciones/ Ciao, un paio di commenti:

    Vos escribiste/ tu hai scritto: “Qui si usano yo, vos, él/ella/usted, nosotros e ustedes. Manca la 2° persona plurale (vosotros in Spagna), non si usano ellos/ellas ma solo ustedes, non si usa nos bensì nosotros. Ustedes viene usato anche per sopperire alla 2° persona plurale.”

    No es así. En Argentina, sí usamos ellos y ellas porque es la tercera persona del plural. Lo que no usamos es vosotros (2da del plural) que se reemplaza (como en el resto de América Latina, Islas Canarias y partes del sur de España por ustedes. / Ejemplo: Ellos/ellas son muy simpáticos/simpáticas.

    Nos es la traducción del italiano ci. Nos levantamos tarde / Ci siamo alzati tardi.

    Non è così. In Argentina usiamo ellos y ellas perché è la terza persona del plurale. Quello che non usiamo è il vosotros (2da plurale) che viene sostituito (come in tutta l’America Latina, le Isole Canarie e certe aree del sud della Spagna da ustedes. (Rimando all’esempio in spagnolo).

    Inoltre, nos è la traduzione del ci italiano (Rimando all’esempio)

    Eleonora

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    1. Hai ragione, Eleonora. Ho pensato all’uso del pronome soggetto per imparare le coniugazioni dei verbi e non a tutti i possibili casi. Correggo subito. Grazie!

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