Turismo sessuale a Buenos Aires

Si chiama Monger ed è un documentario che dura poco più di un’ora. Lo dirige Jeff Zorrilla, oriundo di Brooklyn ma in pianta stabile a Buenos Aires da diversi anni.

L’argomento? Il mongering, nella forma di turismo sessuale. Il documentario segue tre storie: quella di Ramiro, un argentino che a pochi mesi dalla nascita si è trasferito negli Stati Uniti, dove è cresciuto, che a 35 anni è stato “costretto” dagli agenti federali a tornare in Argentina (nel documentario non si chiarisce il motivo del rimpatrio). Qui si reinventa come guida turistica sessuale per turisti anglofoni.

“Costa Rica” Joe, un ragazzone cicciotto texano che vuole arrivare a 400 incontri sessuali prima dei 40 anni, si è trasferito in Sud America per raggiungere questo obiettivo senza andare in bancarotta. Arriva a Buenos Aires per “completare” gli ultimi 15 incontri sessuali che lo separano dalla sua meta, in appena una settimana. Ha con sé uno zaino, un iPhone con cui posta aggiornamenti sui suoi “traguardi” e un taccuino su cui annota ogni ragazza con cui è andato a letto, a cui assegna un punteggio per culo, tette e prestazioni complessive. Raggiunge i 400 e dà appuntamento ai suoi follower per i 500 – in Tailandia, dice.

Il terzo protagonista è un uomo inglese di quasi 50 anni, arrivato a Buenos Aires come digital nomad. Racconta di avere scoperto di essere un monger ancora prima di conoscere questa parola (e questo mondo) che descrive uomini, in genere europei o nordamericani, che vanno in giro per il mondo a compiere atti illegali nei loro paesi. In breve: uno che già andava a prostitute e che a Buenos Aires ne mette incinta una. Si occupa del figlio e vuole portarlo in UK con lui. Lei ha già altri figli, non si interessa molto al bambino. Per vie traverse ho anche saputo che lui se l’è pure sposata, ma la tipa non ci sta molto dentro.

 

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In Argentina la prostituzione è legale. Il centro della città è costellato di foglietti che pubblicizzano servizi erotici a poco prezzo. Dietro a queste offerte possono esserci vittime della tratta di persone. Un’associazione, Martes Rojos, ha tra le sue attività la rimozione di questi foglietti; si ritrovano ogni martedì nei pressi dell’Obelisco e ripuliscono il centro. Sperano, in questo modo, di rompere il punto d’incontro tra domanda e offerta.

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