Vamos a la playa

Cronaca di un mese al mare

Tutte le persone che sono passate di qui in estate (estate argentina, cioè inverno italiano, da dicembre a marzo) mi hanno chiesto dove andare per farsi qualche giorno al mare. Sono tutti rimasti delusi quando gli ho risposto che cascavano male. Certo anche qui ci sono le spiagge e “si va al mare”, ma non è il mare che cerca un italiano.

Per prima cosa, si tratta dell’Oceano Atlantico, e come tutti gli oceani è molto ben più freddo del mare nostrum. In compenso, le spiagge sono lunghissime e molto larghe rispetto alle spiagge nostrane, ed esclusivamente di sabbia.

L’acqua acquista profondità solo a svariati metri di distanza dal bagnasciuga e il fondale è sabbioso ma regolare, con lunghi avvallamenti piatti, al punto che stando a venti metri dal bagnasciuga il vostro vicino porrebbe essere sommerso fino al collo e voi fino al polpaccio. I bagnini segnalano queste pericolose fosse, che danno origine spesso a correnti molto forti, con delle bandierine rosse ficcate nel fondale.

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A malapena visibile, ma presente: la bandiera rossa in acqua

L’acqua è torbida di conseguenza, poiché la sabbia viene trascinata, sbattuta, risucchiata, sbattuta di nuovo ecc. Per questo il costume si riempirà di sabbia. Ergo, niente pinne e maschere per avvistamento pesci.

 

C’è molto vento e mantiene freschi, ma è anche molesto perché soffia tutto il tempo. Stare in spiaggia mi stanca molto.

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Le località turistiche della Costa Atlantica.

Spiaggia pubblica e spiaggia privata

Le spiagge pubbliche abbondano e anche gli stabilimenti balneari (parador). Dove c’è uno stabilimento balneare ci sono comunque diversi metri di spiaggia libera di fronte dove ci si può mettere gratuitamente. Il confine dello stabilimento balneare è marcato da una rete, ad esempio una rete da tennis. A differenza che in Italia, dove i proprietari degli stabilimenti scacciano gli occupanti del bagnasciuga libero, è chiaro che ci si può mettere tra il parador e l’acqua senza timore di essere cacciati: il confine è chiaro.


Alcuni stabilimenti hanno anche la piscina, l’idromassaggio, la doccia calda, gli asciugamani per gli ospiti, il bar ecc. Qui sotto si può vedere il layout: piscina, gazebo e ombrelli sulla spiaggia, bagnasciuga pubblico, mare.

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Il pubblico

Io sono sempre andata alla spiaggia pubblica, dove l’intrattenimento non manca. Superaffollate, le spiagge sono frequentatissime dalle numerose famiglie argentine. Non è raro trovare nonni, figli e nipoti tutto insieme in spiaggia.

Si insediano con ombrelloni e tende da campeggio, utili per riparare dalla sabbia e dal vento. Occupano tanto spazio, non so se in Italia sarebbero popolari.

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L’uso della carpa (tenda) è molto diffuso.

Il topless è assolutamente fuori discussione, ma il tanga è d’obbligo. Tutte le donne dai 15 anni in su lo usano, anche le signore ben oltre gli -anta. Complimenti per l’autostima!

Gli uomini invece indossano i calzoncini fino al ginocchio o a metà coscia. Rarissimi i costumi attillati e praticamente sconosciuti il costumino da nuotatore. Il maschio argentino è un maschio molto naturale: non lo vedrete mai depilarsi, farsi le sopracciglia o vestirsi attillato. Anzi, farà sfoggio di tatuaggi e cicatrici con nonchalance.

Ci sono anche dei simpatici cani di nessuno che scroccano grattini e ti fanno compagnia per qualche minuto prima di continuare a perlustrare la spiaggia, fare un bagnetto o correre dal bagnino. Se gli tiri pugni di sabbia umida, giocano e rincorrerli come se fossero palline. Ovviamente l’accesso ai cani è proibito, ma i cani non sanno leggere. 😉

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Playa Grande a Mar del Plata: grande ma non per questo non affollata.

Lapplauso

Quando sentite applaudire, é perché il bagnino ha salvato qualcuno. Se invece l’applauso è ben scandito e all’unisono, significa che è stato trovato un bambino e si cercano i genitori. Unitevi all’applauso, prima o poi i genitori lo udiranno e capiranno da che parte dirigersi per recuperare il pargolo. 

I venditori

Ma la vera attrazione da spiaggia per me sono i venditori. A differenza che in Italia, qui i venditori lavorano sia in forma autonoma che per gli esercizi commerciali locali.

Quest’anno mi sono fatta una cultura in merito, e qui vi racconto cosa ho scoperto.

I classici da spiaggia

Ne avevo già accennato qui, ma per completezza mi ripeterò. I venditori battono le spiagge tutto il giorno, in lungo e in largo, gridando a pieni polmoni. Dopo un’ora già li si può riconoscere dalla voce. Per cambiare e divertire aggiungono sempre qualche frasetta simpatica. Mi porto sempre un libro ma finisco per guardare i venditori tutto il tempo, sono presenze interessanti.

  • Il venditore di panchos (hot dog) – passa con un cesto ovale a tracolla che contiene un bollitore in acciaio per i wurstel, i contenitori delle salse [senape (mostaza), salsa cocktail (salsa rosa), ketchup (ketchup)] e un sacchetto con i panini.
  • Il venditore di choclo (pannocchia bollita) – il choclo è inspiegabilmente un classico da spiaggia. A chi verrebbe in mente di mangiare verdura bollita sotto il sole cocente?, mi chiedo… Il venditore passa con un cesto ovale a tracolla come quello dei panchos, dove però ci sono il bollitore delle pannocchie, un pennello intinto nel burro fuso e il sale. Estrae un cartoncino rettangolare, ci mette su la pannocchia, la spennella di burro e la sala.

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  • Il venditore di churros (dolci fritti tubolari riempiti di dulce de leche) – il mio preferito. Il venditore di churros si distingue da tutti gli altri perché lui passa con un enorme cesto di vimini rivestito con un telo, si cui sono appoggiati, nudi, i churros, le bolas de frailes (palle dei frati, sorta di krapfen) e le tortas fritas (sorta di frittelle salate, però secche e croccanti come crackers). Un altro telo copre il cesto per evitare che si riempia di sabbia.
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Il cesto in vimini
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I churros di Manolo, un classico di Mar del Plata
  • Il venditore di agua y bebidas frias – Vende acqua, bibite fresche, limonata.
  • Il venditore di pareos e costumi – In genere passa con una rastrelliera o un bastone a cui sono annodati i pareo e i costumi. Si ferma ogni 5 passi in modo che la sua vetrina ambulante possa essere ammirata. I più equipaggiati hanno un carretto con le ruote.

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  • Il venditore di pochoclo y algodón de azúcar (pop-corn e zucchero filato) – ha un carretto con ruote e due vetrine: una con la macchina per i popcorn, una con quella dello zucchero filato. In genere arriva con entrambi i prodotti già pronti.

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  • Il venditore di gelati – Anche lui con un contenitore termico rettangolare a tracolla.
  • Il venditore di occhiali e bigiotteria – Questi sono sempre africani, sono gli unici venditori stranieri da spiaggia. Quest’anno stanno facendo furore con i bastoni da selfie.
  • Il tatuatore – Un vero tatuatore. Mi chiedo quanta igiene si possa avere in spiaggia, ma sono domande non da locali. Mi zittisco da sola.
  • La tatuatrice con henné – Se non ve la sentite di optare per un tatuaggio permanente, lei passa con il suo carretto e ve ne disegna uno che durerà solo per l’estate.
  • Le fotografe – Io mi chiedo chi voglia farsi una foto ricordo in spiaggia che non possa essere fatta con il telefonino… eppure le fotografe da spiaggia sono molto occupate! Le foto si ritirano presso il negozio di fotografia che si trova a due isolati dalla spiaggia.
  • I ragazzi del volantinaggio – Sono in genere ragazzi o ragazze giovani che distribuiscono volantini e sconti per spettacoli o attività disponibili in città.
  • Il venditore di padelle – Giuro che ho visto una coppia di giovani fare le vasche lungo la spiaggia con dieci padelle di alluminio di varie dimensioni. Ancora una volta mi chiedo a chi verrebbe in mente di comprare una padella in spiaggia, e ancora una volta mi zittisco, perché questo paese non cesserà mai di sorprendermi.
  • La venditrice di elastici per capelli – Il suo core business è molto chiaro, in genere è una signora anziana, visto che i suoi prodotti sono leggeri. Però mi è capitato di vederla trascinare dietro i nipoti adolescenti per espandere il business a costumi e pareo. Imprenditrice.
  • Il venditore di cibo con consegna al tuo ombrellone – è il cameriere da spiaggia di uno stabilimento balneare. Passa a distribuire il menù su un volantino e contemporaneamente prende gli ordini. Vi consegna tutto all’ombrellone. I classici sono: patatine fritte, calamari fritti, macedonie, frullati, panini, ecc.
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Tramonto con la luna piena a Mar del Sur, 100 km dopo Mar del Plata

10 pensieri su “Vamos a la playa

    1. Lo spirito imprenditoriale di certo qui non manca. Pensa che la domenica, quando gioca il Boca Jr., chiudono le strade di accesso alla Bombonera (lo stadio) che si riempiono di commerci “casalinghi”… Vale a dire che chi abita al piano terra apre le finestre e crea una vetrina (in genere di bibite, panini o gadget calcistici). Chi non abita al piano terra porta la griglia per strada e prepara salamelle.

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      1. Non credo, qui è così un po’ dappertutto. Quando piove spunta gente che vende ombrelli, a una fermata del treno di un quartiere abbiente dove lavorano molte donne di servizio c’è sempre gente che vende pane fatto in casa che le donne di servizio possono comprarsi per pranzare risparmiando , sul marciapiede per strada c’è gente della periferia che vende piante e verdura, d’estate sulle strade per le spiagge compaiono fabbri portatili (cioè che aprono il Fiorino e ti fanno una copia delle chiavi) e venditori di dolcetti fatti in casa…

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      2. Mi ha sorpreso molto questo spirito d’iniziativa argentino perché non sono esattamente noti per il loro zelo lavorativo… ma è un paese pieno di contrasti. C’è gente analfabeta e intellettuali, gente che muore di fame e altri che avanzano il cibo persino al ristorante, statali inutili e venditori di padelle in spiaggia, persone capaci di crimini bestiali e altri gentilissimi anche con gli sconosciuti. Argentina: è difficile non odiarla, è difficile non amarla!

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